Con l’ultimo articolo sulla cancel culture ci siamo concentrati sulle responsabilità individuali nel non idolatrare personaggi pubblici e influenti e nel considerare le loro opinioni come opinioni di semplici persone, esattamente come le mie e le tue.
Esistono però dei limiti alla libera espressione e al libero agire di persone con un seguito molto ampio. Come diceva Ben Parker: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Le stesse parole pronunciate da me o da Chiara Ferragni hanno lo stesso valore, ma una portata e una capacità completamente diverse e lo stesso vale per le azioni. Basti pensare all’indimenticabile compleanno di Fedez nel 2018, festeggiato al Carrefour tra goliardia, spreco e ostentazionismo. Come dichiarato dallo stesso supermercato e ribadito da Chiara in un post di scuse un po’ “paraciapett”, lo spazio veniva spesso utilizzato per feste ed eventi e nessuno si era mai lamentato. Ma i rispettivi 20,6 e 10,6 milioni di followers di Chiara e Fedez non si sono trattenuti tra critiche ed elogi. Il fatto è che, nonostante il festino abbia scomodato parecchie anime per via dello spreco di cibo e l’infantilità dei gesti dell’allegra compagnia, altrettante sono le persone che difendevano la coppia e che, anzi, avrebbero voluto essere lì con loro. Il fatto è che questo festino in diretta mondiale ha avuto delle conseguenze e, nonostante le scuse pubbliche dei due siano state necessarie e apprezzate, non bastano a cancellare il gesto. Ci sarebbero altri mille esempi da fare, ma ho utilizzato questo perché, nonostante sia avvenuto nel lontano 2018, ce lo ricordiamo tutti benissimo.
Più ampia è l’audience, maggiore è la responsabilità sociale dell’individuo e, di conseguenza, minore è la libertà personale, o meglio, minore è la libertà di agire in pubblico. Se lo stesso festino non fosse stato ripreso in diretta dalle Instastories dei Ferragnez e degli invitati, ma fosse invece stato svolto nel privato, non ostentando opulenza e mancanza di ponderatezza, avrebbe avuto un significato e un valore diversi.
Il personaggio pubblico ha la responsabilità, se non il dovere, di trasmettere messaggi positivi e di esempio per la società. Questo, a meno che il personaggio non abbia tratti fortemente misantropi su cui basa e ha sempre basato la propria immagine: in tal caso, la critica è in qualche modo voluta e la “faccia negativa” è riconosciuta.
Questa responsabilità è amplificata se si pensa al fatto che viviamo in una società idolatrice, del copia e incolla, che impara prendendo esempio e pensa allo stesso modo delle persone che stima. Ciò accade perché quando eleviamo le persone diminuiamo la nostra capacità di critica contro le stesse e diventiamo più malleabili e influenzabili. Se fossimo tutti sempre capaci di ragionamento e di riprensione, non verrebbe richiesta tutta questa accortezza e molti speechman perderebbero il lavoro. Il fatto è che, per natura umana, ad assimilare le cose senza pensarci e spesso il condizionamento avviene a un livello inconscio che non possiamo filtrare attraverso la critica. Per questo i VIP devono avere il controllo delle proprie azioni e parole, anche questo fa parte del gestire la fama.
Attenzione però a non confondere ciò con la libera espressione di un'opinione che, se non a scapito di terzi, va sempre rispettata e anche criticata, ma sempre nei toni della decenza reciproca. I famosi non devono per forza essere degli attivisti moderni pronti a sostenere qualsiasi causa hipsteriana pur di rimanere al passo con i tempi, ma dovrebbero essere consapevoli delle conseguenze delle loro parole e delle loro azioni e provare a farsi perdonare con scuse pubbliche se i loro gesti hanno causato qualsivoglia disagio nelle persone. In questo caso sono preferibili delle scuse ipocrite piuttosto che il classico, comodo menefreghismo.
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