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OGGETTIFICAZIONE DELLA DONNA: vantaggi e prezzo sociale

Samia K

Il concetto di “oggettificazione” del corpo femminile è ormai conosciuto e familiare a molti: l’essenzializzazione delle qualità femminili agli attributi prettamente fisici del soggetto – che diventa, di conseguenza, oggetto – e l’utilizzo del corpo femminile come strumento di vendita, in tutti i sensi. Gli esempi di pubblicità in cui l’elemento posto per attirare l’attenzione è costituito principalmente da un corpo femminile sessualizzato sono innumerevoli. L’utilizzo della “donna sexy” come strumento di marketing non è certo una novità ed è risultata una tecnica proficua nel passato come lo è ancora oggi. Se una tecnica funziona, perché smettere di utilizzarla… giusto? Di certo polemiche e proteste contro questa famigerata modalità di attrazione della clientela non sono mai mancate e l’oggetto principale di questo dibattito sono state, e sono tutt’oggi, le ripercussioni che ciò ha avuto e continua ad avere nel contesto sociale (es. auto-oggettificazione delle ragazze/donne). Un’idea diffusa, che può essere condivisa o meno, è quella che le donne trarrebbero anche dei vantaggi dall’oggettificazione e dall'ipersessualizzazione del proprio corpo. Solitamente, quando emerge l’argomentazione che vede questa come condizione vantaggiosa per la popolazione femminile, le principali motivazioni riguardano proprio il contesto sociale e lavorativo. Sono parecchie le occupazioni in cui viene ricercata una ragazza di “bella presenza” e le specifiche richieste sono, di base, un bel viso e un altrettanto bel corpo. Questa si potrebbe considerare una condizione vantaggiosa, anche perché spesso è proprio in base a sesso e bellezza che viene definito il ruolo e quindi lo stipendio. Stiamo parlando principalmente dei settori di ristorazione, vendita diretta e locali notturni. Oppure, in riferimento al contesto sociale, si pensa al fatto che parecchie ragazze “bòne” riescano a ottenere di tutto molto più facilmente, dal drink al bar, ai like sui social e, in generale, più visibilità e accettazione.

È vero: apparentemente, questo hype per il fisico femminile potrebbe suscitare delle conseguenze vantaggiose per le donne (o meglio, per un certo tipo di donna). L’elemento che non viene tenuto in considerazione è, però, il prezzo da pagare. Si tratta del prezzo che le donne devono pagare se decidono di usare la loro bellezza fisica a proprio vantaggio, in ambito sociale e lavorativo in particolare. Parte di questo prezzo è l’essere prese poco sul serio, oppure l’essere spesso esposte a molestie di tipo verbale o fisico. Un altro aspetto da considerare è che da una bella donna, che usa la propria bellezza per raggiungere un qualche obiettivo, ci si aspetta spesso “qualcosa in più” (vogliamo parlare di secondi fini?), perché viene automaticamente considerata una facile o una poco di buono.

Possiamo concludere dicendo che esistono effettivamente alcuni lati positivi (se così li si vuole chiamare) dell’oggettificazione del corpo femminile, per alcune donne. La domanda, ora, è: con un così alto prezzo sociale da pagare, si può veramente parlare di vantaggio?

 
 
 

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